Ma poi, alla fine, mi rimetto in moto
nonostante ogni volta sia tentato
dalla voglia che mi prende di restare
nelle zone più vicine e risapute
in vista e nel contatto del mio noto.
In compenso, parto sempre
solo per tornare. E non so mai
neanch’io, in realtà, cos’è che vale
e mi convince, quale pensiero
imperativo… un’intuizione certa e
un sesto senso che mi spinge,
la coscienza comunque fulminante
della scoperta più paradossale,
che bisogna intanto perdersi
per potersi davvero ritrovare.
È all’improvviso, dentro il tunnel
che non finisce mai, nell’aria morta
che pizzica alla gola. Tutte le volte
che ci sono già passato. Eppure
non vale, no, che lo ricordi, e che
lo anticipi una sola. Picchio nel muro
e lì mi rendo conto, dentro il percorso
cieco e uguale, specchio di me
a una mia spoglia, di ciò che è stato
di come, in fondo e contro ogni
mia voglia, io sia cambiato.
(da Le cose del mondo, Mondadori, 2020)