Non assomiglio più a nessuno
quando mi incontro sulla specchiera
di un bar con mezza sigaretta in bocca
e un bicchiere di qualche ambrato veleno.
Certe volte sembro un banco di nebbia,
impenetrabile e denso, come quelli
che arrivano dal mare a tradimento
verso mezzogiorno portandosi via tutto:
i ponti sui canali, le insegne delle botteghe,
le case basse dei marinai dispersi in mare
e i platani con le ombre immense. Tutto.
Altre volte sono pulito e trasparente
come un vetro attraverso il quale
vedo quello che ero, un ragazzo
svelto, aggressivo e arrogante
che va incontro alla notte.
Vedo in me mio padre
logorato dal male
e poi più niente.
(da A beneficio degli assenti, Pequod, 2020)