2019
DI PENNA IN PENNA

Paolo Carlucci

Mio diario gli occhi appuntano
lo sgranarsi di te, madre, rosa
calva di memoria, quasi straniera
tra le cose stanche d’ogni giorno.
In sonno ancora mi ragioni,
svoli rapace di giorni favolosi…
Seduta già te ne vai lontano…
E mi tormenti, domandando.
L’orizzonte è pena infinita
di te ascoltare l’infinito assedio
del frammento svanito che ritorna,
bel verso scordato sulla bocca.

(inedita)