Keplero sapeva bene che il mio cuore pulsante, Sadr, è qualcosa di pericolosamente bello. Il sapiente descrive la mia
stella del petto come un’effimera, oggi, invece, la chiamano stella variabile a lunga durata. Il bagliore del mio cuore,
infatti, varia e si arresta in cicli di settantaquattro giorni; s’intuisce perché, prima di Keplero, pochi hanno saputo individuare
questa stella, a volte c’è, altre no! Il mio cuore è d’oro e questo è il sommo metallo dell’opera, io sono bianco e umido e
plano nel latte. Il mio nome segreto è Canto e mi accompagna fedele la mia lira che vibra recondite melodie all’assemblea
delle stelle. Tra la mandibola superiore e il becco, nella parte detta lorum, ho un rigonfiamento, pochi sanno che questo
è un piccolo serbatoio di magia, da dove proviene il mio canto. Dentro di me pulsa la meraviglia della preveggenza e del-
l’arte, ma anche il suo opposto: il vuoto apparente. Le mie carni sono nere, e nero diventa il mio cuore in certi casi. Gli
umani lo chiamano buco nero Cygnus X-1, ma non è sicuro. Io sono anche ipocrisia, traino il carro di Apollo di notte
verso l’Ade, sotto il mio sigillo, i cavalieri mistici uccisero. Quando mi definisco singolo Io sono ipocrisia, è forse questo il
mio vero canto… il canto che azzurra la morte.