Quando verrà la morte
sarà di nuovo primavera
e i fiori saranno stesi sul prato
appassionati dalle voci alterne degli insetti
che li frugano ardenti di polline
e li proteggono senza sosta
moltiplicandone i semi.
Se fosse stata una sorte avversa
a circoscrivermi tra le sbarre
di un viaggio senza ritorno
non potrei oggi piangere per quello che fu
ma anche la libertà d’esser sopravvissuto
al rischio del gas di sterminio
non mi sottrae alla pesante tristezza
di una fine senza appello
che è iscritta nell’indifferenza.
Non rimane nel tempo che resta
di questa fine della partita
che cercare luci veloci
che incontrino il cuore
d’amore
e parole
in comuni destini
di solidarietà.
(da Esseri, Edizione dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 2010)