TEMPO
Il tempo è un’illusione.
Il tempo non esiste,
eppure io ne ho paura.
Un insieme di fotogrammi
fermi,
un trucco che avvolge tutto,
ma non è uguale per tutti
si torce, si allunga, scherza
ma, ostinato, scorre sempre
nella stessa direzione.
Se il tempo esistesse,
riderebbe di noi
mentre passa
più velocemente, in alto
più lentamente, in basso
e ci trapassa
fermi dove siamo, ci cambia,
ma noi, esseri
resistenti al cambiamento
reclamiamo la nostra
vendetta,
non ci arrendiamo alla
sconfitta
imparando a cambiarlo,
il tempo,
provando a liberarcene
cancellandolo
dalle equazioni con cui
riscriviamo il mondo.
Lo sfidiamo
tentando di renderlo
un’idea antica,
o meglio, superata
in un mondo fatto di
posizioni.
Il tempo non esiste
eppure io continuo
ad averne paura
come i bambini hanno paura
dei mostri, un terrore
antico e sincero
e tremo
quando penso che ho
vent’anni
e non li avrò mai indietro,
quando penso che siamo già
alla fine
di questi imprendibili anni
dieci
e forse il futuro
nemmeno esiste,
ma se esistesse
sarebbe per ricordarmi che
l’identità
è materia fluida,
che ho smontato e
ricostruito
parti di me e posso
farlo ancora.
Se un futuro deve esistere
allora è uccidere
il proprio potenziale
per diventare
chi sognavi di essere.
È iniziare ad agire
e gioire
e imparare a chiedere
scusa.
Riconoscere
che le cose invisibili
non sono invincibili
e dobbiamo
prendercene cura.
Il futuro
è ribellarsi all’estinzione.
Credere
di avere un futuro
è avvelenarsi sperando
che il veleno uccida il tumore
più velocemente
di quanto uccide me.
Avere
un futuro
è poter gettare
a terra tutti i veleni,
costruire e non più
distruggere.
Non è certo la fine del
mondo,
ma avrebbe potuto.