“In ricordo della storica libreria fondata da Remo Croce nel 1950 luogo d’incontro della vita culturale romana. SPQR 2017”
Così recita la targa che la Giunta Raggi ha voluto esporre in Corso Vittorio Emanuele a Roma, per ricordare quello che di fatto è stato il primo salotto culturale della capitale, cha ha aggregato i più importanti poeti, narratori e saggisti dal 1970 al 2011.
Nel dopoguerra la famiglia Croce, nove fratelli e sorelle cresciuti in via Bodoni a Testaccio, notoriamente antifascisti e nel dopoguerra vicini al P.C.I. di Palmiro Togliatti, ha intrapreso varie attività culturali a Roma. Il primogenito, Fernando Croce, divenne produttore cinematografico ed ebbe la possibilità di aiutare i fratelli minori; uno di essi faceva l’apprendista libraio presso la Libreria Signorelli in via del Corso e aveva l’ambizione di aprire una libreria tutta per sé. Il sogno si avverò e nel 1950, con il supporto dei fratelli Fernando e Alfredo, una Libreria Croce aprì i battenti nei pressi di Largo Argentina, proprio all’inizio di Corso Vittorio. Fernando Croce, con l’intento di sistemare anche i figli Walter (mio padre) e Roberto, inaugurò altre due librerie, prima in via Tre Cannelle, sotto la redazione de L’Unità, poi nel 1961, un’altra storica Libreria Croce in via Solferino, alla Stazione Termini.
Ma la storia la fece Remo Croce che nel 1969 comprese che a Roma mancava un vero e proprio salotto culturale dove avrebbe potuto aggregare i maggiori intellettuali dell’epoca, dando loro uno spazio adeguato dove presentare i loro libri e discutere liberamente di letteratura, arte e politica. Così azzardò un investimento importante e inaugurò nel marzo del 1970 la più grande libreria di Roma in Corso Vittorio 156, uno spazio su due piani, con delle vetrine così spaziose da poter esporre tutte le novità editoriali prodotte in Italia. Da quel momento, autori di tutto il mondo vollero presentare i loro libri alla Libreria Croce che raggiunse una fama internazionale e divenne complicato soddisfare le centinaia di richieste che ogni giorno Remo Croce riceveva da più parti. La Poesia ebbe un ruolo preminente fin dall’inizio, non c’era poeta che non ambisse a presentare la sua nuova silloge da Croce: cito per tutti i più celebri, da Ginsberg a Corso, da Montale a Pasolini, da Bellezza a Rosselli, da Palazzeschi a Penna. Servì una sapiente gestione del salotto letterario e Remo decise di affidarla a Dante Maffia, ai tempi giovane poeta calabrese appena laureatosi, stimato dai maggiori intellettuali dell’epoca. Non mancarono i politici, il Senato era a pochi passi dalla libreria, come non mancarono gli artisti, che ebbero la possibilità di esporre le loro opere pittoriche nei grandi spazi della libreria.
Nel 1996 io stesso, nipote prediletto di Remo Croce, che mi ero formato in libreria, fondai una nuova Libreria Croce in via Pincherle, nei pressi della nascente Università di Roma 3, poi ceduta nel 2001. Nello stesso periodo la figlia di Remo, Rossella, avviò la sua libreria personale in un centro commerciale in via Cortina D’Ampezzo. Entrambi continuammo a puntare sull’idea del salotto culturale e ogni giorno organizzavamo presentazioni di libri con ospiti di spessore. Io nel 1997 presi la gestione dell’attività editoriale di Edizioni Croce che ancora dirigo; invece Rossella purtroppo morì prematurmente.
Proprio nel 2001 subentrarono problemi economici e di salute per Remo Croce e dovette cedere la libreria a una cooperativa universitaria, erano sorte le catene librarie di Feltrinelli e Mondadori e il mercato si era trasformato, l’imprenditoria editoriale e libraria si era trasformata in industria culturale e il potere economico dei grandi trust annichilì il lavoro degli editori e dei librai indipendenti. Oggi ne vediamo evidenti le conseguenze, in un evidente abbassamento del livello della produzione culturale.
Lo spazio di Corso Vittorio Emanuele assunse il nome di “Antica Libreria Croce”. Nel 2004 Remo Croce se ne andò e nel 2005 la libreria fu acquistata e ridisegnata da Rodrigo Dias, noto libraio romano, che la gestì fino alla fine del 2011, quando chiuse i battenti definitivamente, dopo una querelle a dir poco ridicola in cui mi ritrovai protagonista. Il Comune di Roma dovette fronteggiare l’occupazione degli spazi da parte dei volontari del “Teatro Valle occupato”. Io presentai un progetto al Comune di Roma, il sindaco era Alemanno, volto alla riqualificazione dello spazio sotto la gestione della mia famiglia. In una conferenza stampa del 1 dicembre 2011 con l’Assessore alla Cultura Gasperini, dichiarammo che la Libreria sarebbe stata salvata con un accordo economico tra Comune, la famiglia Croce e i dipendenti della libreria. Gli occupanti, soddisfatti per le dichiarazioni concilianti dell’Assessore, sgomberarono lo spazio. Dal giorno seguente i rappresentanti del Comune ignorarono ogni accordo e si dileguarono definitivamente, rinnegando le loro stesse parole. E così, in breve tempo, gli spazi vennero acquisiti dal calciatore Marco Materassi che ne fece un negozio di scarpe sportive, tra colori sgargianti e luci psichedeliche.
Oggi i pellegrini a Roma per il Giubileo, percorrendo Corso Vittorio Emanuele verso San Pietro, osservano incuriositi la targa esposta in Corso Vittorio Emanuele 156 e forse si domandano ancora… perché?
(nelle foto di Fabio Croce: La targa esposta in Corso Vittorio 156; Dario Bellezza, Dante Maffia e Alberto Moravia nel privé della libreria Croce; Remo Croce in libreria)
Fabio Croce