La vecchia torre dell’acqua una volta conteneva
ogni goccia di cui vivevamo. Le pareti
scure contornate in cima da mattoni scuri simili
a collant da supermercato si ergono ancora
ritte a cavalcioni della strada principale
dove la via si separa tra
campi opposti. Da questa parte
tutto sparito da quanto tempo chiunque
riesca a ricordare e l’inverno ancora freddo
come non è mai stato. Dall’altra parte?
Senti. Hai sempre avuto il tratto
di fiume più ampio, amico. Sta di fatto: noi
siamo ancora qui. Qualsiasi altra cosa ti sia rimasta –
beh – lasciaci con una sete folle. Dai, ti sfido:
(inedita in Italia, traduzione di Damiano Abeni con Moira Egan)