ho inciampato,
il tacco troppo alto,
sull’ultimo gradino
del civico senza nome
alla fine del viale,
gli ippocastani spogli,
le finestre
addobbate a festa
fuori, giardini di
peonie gelate,
cadevano
basse le nubi,
nude, mute,
le ho guardate
spogliare anche me
nuda,
sotto le vene,
dentro le vene
un sangue veloce
rosso, pettirosso
vorrei prepararmi
senza indugio,
sguardo ammaliato,
frammento di prossima primavera,
femmina o cielo di Roma.
(dalla raccolta inedita Da luoghi profani)