Amore,
oggi l’incontro ci spatria
le ossa. Ci incurva
le giunture del difetto.
Tutta l’officina del corpo barluma.
Ruota e sciacqua,
con nuovo
diluvio universale.
«Perché ecco,
l’inverno è passato.»
Perché qui perdiamo
il nome.
Quando viene l’eclisse,
e l’organo non fiata,
e non c’è più lingua per dire
il papavero, l’acanto, la molecola
di resina o il santo patrono,
tu, se puoi,
continua a pregarli.
(da La specie storta, Edizioni Tlon, 2023)