2020
OPERA PRIMA

Giovanni Ibello

Un debole fiammato, l’umore dell’alba sulle gru. Belve cadenti
questo è il solo nostro arsenale: il daimon dello spreco
[stelle allucinate

frammenti di temporale.
Amin, è quasi giorno, ecco l’ignota rovina.
Oltre la vetrata flagelli di margherite: l’amore è la mia tirannia.
Amin, è quasi giorno, è la resa dei fuochi invernali
l’ectoplasma del divenire. Dio, gheriglio di stella insegnaci a svanire
[poco a poco

insegnaci il dialogo amoroso
tra i picchi delle braci e l’arpionata notte.
Adesso è tutta luna nuova mentre ancora tiri a sorte la vena,
dio anatema
ti sfiori trasognato le palpebre…
Quanti millimetri ci separano dal buio?

(da Dialoghi con Amin, Edizioni del Premio Fiumicino, 2018)