mettetemi un cielo nell’ombelico e vi donerò tutto il mio sonno
le ossa intrecciate di fili di ferro il peso della carne
premuto sulla terra i capelli cresciuti di spilli
osservate il corpo steso i suoi impercettibili movimenti il piede lieve di aria
non aprirò la mia bocca di cemento
per dirvi
tornate più tardi, è sempre troppo presto
(da La Signora con l’ermellino, in Il compleanno e altre opere, Argolibri, 2022)