2012
A CHE SERVE LA POESIA?

Maria Grazia Calandrone

Il ragazzo sbucciava le albicocche nel caldo del camino.
Qualcosa nella forma della testa mostrava che le sue vertebre erano state
incluse e allineate pensando al volo

e al profumo di mandria nelle corde
che lo trattengono
in tutti i punti di calma del corpo: il suo corpo – stelo e catino
di calore – era pronto
a reagire, ma si trovava costretto da una promessa e splendeva
dai fondamenti per la intensità del desiderio.
O anime che andate per il camino
sole come velieri, eravamo ricchi perché non avevamo
che questo, eravamo incisi
dalla bellezza. Noi potevamo
testimoniare. O amore che cammini sulle ombre, amore
che calpesti e t’innalzi
e riveli
con il viburno e il fiore di sant’Anna
forme sferiche
abrase, fai che io torni una qualunque luce
sulla sabbia gloriosa del suo petto, fai
che m’incanti – io corpo
immortale come chi ha consumato ogni rimpianto
per ritornare lauda.

(da Sulla bocca di tutti, Crocetti, 2010)