Saliamo io e Sofia sul Monte Stivo
fra abeti rossi e larici.
Lei mi racconta che l’inverno, ormai
non riesce a sterminarlo, il bostrico
il minuscolo bostrico che gli alberi devasta
da sotto la corteccia. Io mi piego
verso un resto impietrito di neve
a stento ne raccolgo un pugno
cerco di celare il pianto. Ma Sofia
meglio non fossimo salite
a camminare qui, mi dice.
Lo sai, vorrei risponderle, che qui
qui dove salgo abito, conosco il bostrico
la siccità, le ceneri; da sotto la corteccia
estate o inverno, la storia mi consuma.
Invece taccio. Le prendo la mano.
Insieme scendiamo per il bosco.
(da Quarantanove poesie e altri disturbi, Marcos y Marcos, 2023)